Oggi 19 giugno 2025 ricorre il ventesimo anniversario dalla sconfitta del Napoli nello spareggio play-off al Partenio contro l’Avellino.
Una partita che vista oggi dopo aver ottenuto due scudetti, tre coppe Italia e ben sedici qualificazioni europee ci strappa quasi un sorriso, ma per chi come me l’ha vissuta ha rappresentato un vero è proprio bivio, una scelta; tra staccare la spina o rialzarsi e combattere.
Di quel giorno ricordo praticamente tutto, la gengivite che mi tormentava da una settimana, la non esultanza di Biancolino al vantaggio irpino, il rigore con conseguente espulsione di Bonomi segnato da Moretti, i miracoli del povero Mimmo Cecere, il goal della speranza del “pampa” e poi le lacrime finali.
Una mazzata insomma, l’ennesima; soprattutto per quelli della mia generazione, la cui vita da tifosi era stata caratterizzata da pochi alti e tanti, tantissimi bassi.
Dopo la partita ricordo ancora che mi chiusi nella mia cameretta e con gli occhi ancora lucidi iniziai a fissare il soffitto chiedendomi : “ué ma chi cazz’ m’o ‘ffà fà ?” , “ma quasi, quasi inizio a pensare solo alla fe..a”, “al massmo se proprio mi va ci stanno le strisciate”. Ma alla fine mi dico: “no !”, il richiamo di quella disgraziata trincea era troppo forte, ed anche se le munizioni erano contate e i nemici da atterrare a iosa decisi di continuare a lottare.
Non avevo la minima idea di cosa mi avrebbe riservato da lì a vent’anni la mia vita da tifoso, ma volevo comunque esserci. Il percorso è stato lungo, pieno d’ostacoli, tra gioie e ancora qualche delusione, ma considerando quello che abbiamo trovato aldilà della “collina” direi che ne valsa la pena.
Oggi ripensare a quel 19 giugno 2005 dopo aver appena vinto il “quarto” è indescrivibile, proprio per quello che ci è costato, in fondo come canta il maestro Enzo Avitabile “e chi nun conosce ‘o scuro nun pò capì a luce”.
Bimbo di Claudio Bellucci, né aureliota e né delafobico ma pensatore libero ed equilibrato #forzanapolisempre #teambucks #parenziano
