Ai microfoni del Tgr Campania, c’è stata la prima intervista dei nuovi soci di maggioranza del Napoli Basket, Matt Rizzetta e Daniel Doyle, di seguito le loro dichiarazioni.
Comincia Rizzetta: “questa idea è nata 7 mesi fa, quando stavamo valutando l’ingresso in una società cestistica europea, ho avuto modo di conoscere la proprietà partenopea e di ambientarmi nel lato napoletano del basket. Quindi volevamo puntare su un mercato in cui fa parte una tifoseria appassionata, che ha la voglia e la fame di qualcosa di speciale e con la realtà di Napoli non c’è nessun paragone. Lo sport qui fa parte della cultura in una maniera unica in un legame che unisce la città e la squadra in una maniera unica.”
Sulle ambizioni di questo nuovo progetto: “Anzitutto io e i miei soci volevamo ringraziare le famiglie Amoroso, Tavassi e Grassi che ci hanno dato una società sana e ben stabilita nel panorama italiano; noi vogliamo fare dei progressi, stiamo prendendo in mano una società che vuole ambire ad un salto di qualità, ambendo già l’anno prossimo ad un posto ai playoff, per poi andare anche oltre ma ci vorrà tanto tempo e lavoro sodo.”
Parla il socio Daniel Doyle, sulle differenze ambientali e gestionali tra basket europeo e basket americano: “In America c’è un modo di fare sport totalmente diverso, anche per via del semplice fatto che non ci siano retrocessioni, e questo ci dà una motivazione in più. Noi qui a Napoli vorremmo creare una cultura vincente sia in campo che fuori, così per portare la squadra dove merita.”
Torna la parola a Rizzetta sulla possibilità di possibili testimonial coinvolti nella società: “Quando noi abbiamo valutato la possibilità di acquisire la società è ovvio che la città di Napoli in sé ti apre le porte ad un mercato internazionale, negli Stati Uniti ci sono 20 milioni di italo-americani, di cui la maggior parte hanno radici del sud Italia. Il nostro obiettivo è quello tramite il merchandising e accademie di farci conoscere sempre più. Per quanto riguarda i vari personaggi mediatici coinvolti, li faremo entrare in società a patto che possano dare un qualcosa in più rispetto alla nostra visione d’impresa.”
In conclusione si parla della formazione dell’organigramma tecnico e dirigenziale: “Vorremmo portare qualche figura della NBA nel nostro front-office, per far coesistere la parte territoriale napoletana e quella statunitense, per avere più prospettive di pensiero sotto un unico tetto.“

Sono Marcello Florio, detto Kitaro.
Nato a Napoli e residente a Fuorigrotta, il centro nevralgico dello sport in città, forse è proprio questa mia locazione a farmi vivere lo sport come una ragione di vita e spero un giorno di raccontarla tramite i miei pensieri e le mie parole ai grandi scenari.
Così come spero arrivi sempre più la passione per la pallacanestro, perché credo sia veramente lo sport più imprevedibile mai inventato e forse è questo che porta avanti la breccia, nel bene e nel male.